Amo i tram.
Oddio, non è che proprio amo i tram. Diciamo che mi ci trovo a mio agio.
Mi piacciono e mi rilassano. Aspetto il mio 13 pregustandomi il corto viaggetto che dovrò fare.
Ripasso nella mente il percorso davanti a me. Penso e ripenso ai viali e ai parchi vicino a cui passerò. Penso alle piazze, agli edifici bellissimi e a quel cespuglio particolare a forma di cuore. Sempre lì.
Amo i tram, ma non il tram di per sé. Anche perché quello un po' mi disgusta.
Penso a quanto sono sporchi e all'odore di chiuso. Ecco, quello non lo amo.
Amo i tram perché amo stare seduta sul freddo seggiolino di legno e guardare la gente.
Guardo i casi umani che si susseguono uno dopo l'altro. Guardo chi sale e chi scende.
Annuso profumi buonissimi e subisco odori di ascella non lavata.
Ascolto conversazioni telefoniche, anche non intenzionalmente.
Ho sentito amiche spettegolare e raccontare cose scandalose.
Ho sentito confidenze riguardanti fidanzati, amori finiti e amori iniziati. Amori mai finiti e riniziati.
Di baci strappati e abbracci coinvolgenti.
Ho guardato gente ridere davanti ad un sms, gente leggere, gente immersa nella musica.
Gente triste e gente allegra.
Bambini e anziani.
Ho guardato gocce di pioggia scivolare lungo i finestrini raccogliendo la mia malinconia.
Ho assaporato il gusto del sole, in mattine gelide.
Amo i tram perché sono vivi, sanno di vita.
Amo i tram, ma non proprio i tram.
Amo le persone, ma non parlarci.
Scrutarle, osservarle. Cercare di leggere dentro chiunque senza aver detto una parola.
Fare le persone mie per un po' e poi lasciarle andare per sempre.
giovedì 1 dicembre 2016
venerdì 12 agosto 2016
Love yourself...❤️
E niente, quando si è bambini si dicono tante cose.
A volte senza nemmeno pensare a quello che si dice. Anzi, quasi mai.
E allora è facile ferire, senza rendersene conto, s'intende.
E facilmente un Marcello diventa "Porcello", una Camilla diventa "Camomilla"
e una Milena diventa "Balena", soprattutto se già non si è particolarmente filiforme.
Sembra uno scherzo innocuo, tra bambini delle elementari che giocano con le assonanze.
Eppure gli anni passano, le curve aumentano, i fianchi si arrotondano, il seno cresce.
E non è che non hai gli specchi a casa, anzi.
E ti odi, non ti piaci.
Vorresti passare sempre inosservata, essere invisibile.
Vai anche in palestra, ma sembra tutto inutile.
Vestiti larghi, maglioni enormi, eviti le spiagge, odi lo shopping.
E la gente giudica. E tutto questo ti fa soffrire ancora di più.
68 kg.
E poi arriva una persona speciale. Una persona che ti ama per come sei.
Una persona che ama anche la tua morbidezza.
Una persona che ti fa capire che bisogna imparare ad accettarsi per quello che si è, con pregi e difetti.
Che bisogna fregarsene di quello che dice e pensa la gente.
Che quello che conta davvero è ciò che c'è dentro!
E così, inizi a non pensare più al tuo peso, ti senti leggera, amata.
53 kg.
-15 kg in un anno e mezzo.
E ho imparato ad amarmi anche nel caso dovessi ingrassare di nuovo.
E ho imparato che davvero conta solo ciò che c'è dentro.
2016 - Oggi |
Che è inutile essere fotomodelle se poi si è antipatiche.
E ho imparato che tanto la gente avrà sempre qualcosa da dire.
E la strada che porta ad Amarsi è ancora in salita, ma...niente. Non mi vergogno più del mio fisico, ora. Tiè.
Ah, l'amour!!! ❤️
giovedì 12 maggio 2016
Let your love rain down on me ☔️
Piove e vorrei dirti quanto ti amo, ogni tanto.
Vorrei che il nostro amore fosse come pioggia. Pioggia che lava, pioggia leggera.
Pioggia che non passa.
Pioggia che cambia, acqua che scorre, ma pioggia che rimane.
Pioggerella, temporale, fulmini. E poi di nuovo pioggerella. E poi calma piatta ed arcobaleno.
Pioggia che batte sui vetri della nostra vita. Una vita dedicata all'amore.
Un amore che cambia, che scorre, che si tramuta, ma che rimane. Come la pioggia.
Un amore saldo, un amore forte, che può sopportare il vento e scavare la roccia, come la pioggia.
Piove e vorrei dirti quanto ti amo, oggi.
Vorrei dirti che quello che conta è l'Oggi. E' l'adesso. E' questa pioggia che cade, che annaffia.
Oggi ti amo. E forse domani ti amerò di più. Oggi piove. E forse domani ci sarà l'arcobaleno.
Quello che conta è l'amore, l'amarsi. Quello che conta è che ogni giorno sia Oggi.
Quello che conta è guardarsi sempre. Guardarsi come se ieri e domani non esistessero.
Guardarsi eternamente e per l'eternità.
Piove e vorrei dirti quanto ti amo, sempre.
How I met your mother |
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lunedì 11 aprile 2016
Make a wish ⭐️
Avete presente quel sogno? Quello bello, ma talmente bello che state svegli la notte per pensarci. Che vi fate dei film mentali da paura, con tanto di colonna sonora.
Io ce l'ho quel sogno, anzi in realtà ho almeno 3 sogni, quindi come minimo dovrei stare sveglia tre volte in più a notte, pensate che furba. Quel sogno per cui ogni tanto, se qualche vostro amico riesce a realizzarlo, provate un po' di gelosia. Di quella buona però, eh, sia chiaro.
Quel sogno che solo a pensarlo, vi fa spuntare un sorrisetto.
Ecco, per quel sogno vale la pena lottare, vale la pena star svegli la notte, vale la pena ogni tanto essere tristi e arrabbiati, perché,porca paletta, il futuro ce lo stanno togliendo e senza futuro quel sogno non si può realizzare. E proprio per questo, quel sogno bisogna pensarlo un po' meno, bisogna cercare di toglierlo momentaneamente dalla testa. Bisogna guardare avanti senza farsi troppe illusioni e gioendo con le persone che quel sogno riescono a realizzarlo, senza provare invidia.
Certo, non è facile.
Si può solo lavorare duramente su noi stessi, continuare a sperare, certo, ma senza pensare che le cose possano cambiare dal giorno alla notte. Bisogna cercare di superare le paure, per quel sogno. Cercare di frenare l'entusiasmo e controllare le fobie. Bisogna progettare, ma sempre restando con i piedi per terra, che non si sa mai che un giorno cambi idea o capisci che quel sogno non lo potrai mai realizzare. E in quel caso che si fa? Ci si stringe a chi si ama e si trova un nuovo sogno, più bello e più grande.
Però intanto, uno di quei tre sogni io l'ho scovato nelle profondità del mio cuore. E quel sogno lo amo con tutto il cuore e so che un giorno potrò realizzarlo, ma chissà quando. Intanto non ci devo pensare e faccio di tutto per non pensarci.
Ma poi te lo piazzano sotto casa. Nella vetrina. Che ogni volta che esci dal portone lo vedi. E capisci di averlo nel DNA.
E fai finta di non vederlo, porca paletta, l'abito bianco.
Io ce l'ho quel sogno, anzi in realtà ho almeno 3 sogni, quindi come minimo dovrei stare sveglia tre volte in più a notte, pensate che furba. Quel sogno per cui ogni tanto, se qualche vostro amico riesce a realizzarlo, provate un po' di gelosia. Di quella buona però, eh, sia chiaro.
Quel sogno che solo a pensarlo, vi fa spuntare un sorrisetto.
Ecco, per quel sogno vale la pena lottare, vale la pena star svegli la notte, vale la pena ogni tanto essere tristi e arrabbiati, perché,
Certo, non è facile.
Si può solo lavorare duramente su noi stessi, continuare a sperare, certo, ma senza pensare che le cose possano cambiare dal giorno alla notte. Bisogna cercare di superare le paure, per quel sogno. Cercare di frenare l'entusiasmo e controllare le fobie. Bisogna progettare, ma sempre restando con i piedi per terra, che non si sa mai che un giorno cambi idea o capisci che quel sogno non lo potrai mai realizzare. E in quel caso che si fa? Ci si stringe a chi si ama e si trova un nuovo sogno, più bello e più grande.
Però intanto, uno di quei tre sogni io l'ho scovato nelle profondità del mio cuore. E quel sogno lo amo con tutto il cuore e so che un giorno potrò realizzarlo, ma chissà quando. Intanto non ci devo pensare e faccio di tutto per non pensarci.
Ma poi te lo piazzano sotto casa. Nella vetrina. Che ogni volta che esci dal portone lo vedi. E capisci di averlo nel DNA.
E fai finta di non vederlo, porca paletta, l'abito bianco.
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venerdì 22 gennaio 2016
One month.
E' stato un mese lungo e difficile quello che si conclude oggi. Un mese che ha portato tanti cambiamenti nella mia vita. Un mese a tratti molto doloroso, ma con anche sprazzi di felicità che ci fanno capire che la vita va avanti e che così deve essere.
E' un passato un mese da quando non sei più qui con noi, piccolo amico mio. Il 22 dicembre hai deciso di andartene e lasciarci qui ad imparare a vivere di nuovo, a vivere senza di te. Ci hai lasciati qui a convivere con il dolore di tornare a casa ogni giorno e non vederti scodinzolare sul pianerottolo.
Ci hai lasciati qui a guardarci intorno in questo appartamento e vederti ovunque.
Ti vedo qui, accanto a me, anche ora, sdraiato sul parquet a russare.
Non posso dimenticare la prima volta che ti ho visto. Non me lo aspettavo minimamente e nemmeno ci pensavo all'idea di avere un cane. Poi, quella notte, al mare, tu sei arrivato mentre dormivo, mi hai svegliata e io, come se fosse la cosa più naturale al mondo, sono andata in bagno, senza nemmeno fare caso alla tua presenza salvo poi stupirmi quando ho capito che eri un cucciolo ed eri mio.
Sei stato mio compagno di avventure per 11 anni, un amico fedele.
Sei stato il mio modello per provare la macchina fotografica, e come ti piaceva metterti in posa per le foto! Siamo stati in tanti posti insieme, abbiamo corso e giocato. Ci siamo fatti le coccole e ci siamo tenuti compagnia quando eravamo soli. Ti piaceva dormirmi accanto.
Poi, nell'ultimo anno, tanti problemi sono arrivati. Non eri più un cucciolo e io me ne stavo dolorosamente rendendo conto, ma mai avrei pensato che tu potessi lasciarci così presto.
E da quando te ne sei andato è rimasto solo il dolore, un dolore che, mi hanno detto, con il tempo si addolcisce.
Io non so se davvero il dolore si addolcirà, caro Teddy, ma io sono certa che il tuo ricordo sarà sempre con me, ogni giorno. Non smetterò di volerti bene solo perché non sei più qui; è impossibile non volere bene ad un cane allegro e coccolone come te.
Mi manchi, piccolino.
Ti accarezzo e ti mando due coccole sul pancino, come piaceva a te.
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