Amo i tram.
Oddio, non è che proprio amo i tram. Diciamo che mi ci trovo a mio agio.
Mi piacciono e mi rilassano. Aspetto il mio 13 pregustandomi il corto viaggetto che dovrò fare.
Ripasso nella mente il percorso davanti a me. Penso e ripenso ai viali e ai parchi vicino a cui passerò. Penso alle piazze, agli edifici bellissimi e a quel cespuglio particolare a forma di cuore. Sempre lì.
Amo i tram, ma non il tram di per sé. Anche perché quello un po' mi disgusta.
Penso a quanto sono sporchi e all'odore di chiuso. Ecco, quello non lo amo.
Amo i tram perché amo stare seduta sul freddo seggiolino di legno e guardare la gente.
Guardo i casi umani che si susseguono uno dopo l'altro. Guardo chi sale e chi scende.
Annuso profumi buonissimi e subisco odori di ascella non lavata.
Ascolto conversazioni telefoniche, anche non intenzionalmente.
Ho sentito amiche spettegolare e raccontare cose scandalose.
Ho sentito confidenze riguardanti fidanzati, amori finiti e amori iniziati. Amori mai finiti e riniziati.
Di baci strappati e abbracci coinvolgenti.
Ho guardato gente ridere davanti ad un sms, gente leggere, gente immersa nella musica.
Gente triste e gente allegra.
Bambini e anziani.
Ho guardato gocce di pioggia scivolare lungo i finestrini raccogliendo la mia malinconia.
Ho assaporato il gusto del sole, in mattine gelide.
Amo i tram perché sono vivi, sanno di vita.
Amo i tram, ma non proprio i tram.
Amo le persone, ma non parlarci.
Scrutarle, osservarle. Cercare di leggere dentro chiunque senza aver detto una parola.
Fare le persone mie per un po' e poi lasciarle andare per sempre.
Nessun commento:
Posta un commento