Mi interrogo su cosa poter scrivere. Le parole mi mancano. Davvero.
Oggi la prima cosa che ho letto dopo essermi svegliata è stato l'annuncio della morte di Cory Monteith, aka Finn Hudson in Glee. Aveva 31 anni. Per me che ho seguito Glee dall'inizio è stata davvero una notizia sconvolgente. Glee è come un rifugio, è come una casa, una famiglia. Attendo sempre con ansia il giorno in cui potrò vedere un nuovo episodio di questo telefilm. E ora? Ora nulla sarà più lo stesso. Cory non ne era solo il protagonista, lui era Glee. Il suo era un personaggio stupendo, pieno di voglia di vivere, voglia di prendersi in giro, voglia di amare. Purtroppo però la sua morte è la controprova che non sempre il successo è positivo. Soprattutto se non si sa come controllarlo. Cory ha avuto un'infanzia molto difficile e già quando era un adolescente aveva iniziato a fare uso di droghe. Il ruolo di Glee gli ha cambiato la vita, gli ha donato una seconda possibilità, gli ha donato una compagna: Lea.
Lea che non l'ha abbandonato anche quando a febbraio è entrato in rehab, Lea che lo ha sostenuto, Lea che lo ha amato sempre.
Lea che continuerà ad amarlo nonostante tutto.
E' proprio bizzarra la vita. Un minuto ci sei e il minuto dopo potresti essere già morto. Hai 31 anni, senti la vita scoppiarti in petto e in una notte te ne vai. Senza salutare. Senza disturbare nessuno. Ti sembra che la tua vita sia perfetta: magari hai una famiglia stupenda, godi di ottima salute, guadagni un sacco di soldi, ti senti eterno... poi la vita di colpo ti riporta con i piedi per terra. Non viviamo in eterno. Nessuno vive in eterno. Nemmeno le persone ricche. Nemmeno le persone con la salute di ferro. Nemmeno i giovani.
Vale la pena arrabbiarsi con le persone che amiamo? Vale la pena essere infelici? Vale la pena non fare ciò che si vorrebbe? Vale la pena vivere per accontentare gli altri?
Einstein diceva: "ogni minuto che passi arrabbiato perdi sessanta secondi di felicità."
Dobbiamo (lo dico a me stessa, per prima) fare attenzione a ciò che diciamo, a ciò che facciamo. Non sappiamo quando la vita ci riporterà con i piedi per terra.
La vita dura quanto un soffio. Non ce ne accorgiamo nemmeno e in un lampo ci ritroviamo (i più fortunati di noi) con le rughe in volto, con le ossa doloranti, con i reumatismi...
Voglio imparare a non lamentarmi più.... Sono viva e questo basta. Sono fortunata. La vità è un dono incredibile, bisogna essere però in grado di prendersene cura.
Perciò vi dico: fate quello che sentite di dover fare. Dite alle persone care che le amate. Vivete sereni. Amate. Ridete.
Non possiamo sapere quanto presto sarà troppo tardi.
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